non mi ero mai soffermata a pensare cosa sarebbe successo se la mia vita non fosse quella che è adesso. il rumore costante delle macchine che passano davanti alla mia casetta di pisa mi ricordano che sono ancora in questo universo.
può sembrare strano ma il silenzio non mi spaventa. pensare neanche.
vorrei essere in grado di riconoscere le mie paure e di saperle guardare in faccia ma non so se sono pronta a farlo.
vorrei. desidererei. troppi condizionali. troppi sogni.
essere realisti di questi tempi equivale a essere pessimisti. non c'è esperienza positiva che tenga. tutto è bianco o nero. non esistono sfumature. e noi non siamo mai li stessi.
nel mio romito nido spoglia resto.
nella mia casa vuota respiro.
nel mio abitare lento cresco.
nella mia stanza nascono i fiori,
le radici piangono i primi frutti.
e quando tutto sembra andare per il verso storto
e quando la disperazione impregna le mie vene
madre terra mi richiama
e io rispondo al suo saluto.
vivere da soli è forse una delle esperienze più difficili da affrontare nei primi anni della maturità.
lasciare l'isola, il piccolo mondo, per trasferirsi nel caos, spaventa.
il vento non è più lo stesso
il mare mi manca spesso
solo il sole mi ricorda la calma
che tanto scandiva le giornate
lente
in preda al panico
sotto la finestra
supina sul letto.
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